RnS a Rimini, Conclusione del Convegno sulla Famiglia: “Una società a misura di famiglia, una famiglia a misura di uomo”
Si è svolto ieri sera, domenica 6 dicembre 2015, presso il Teatro Ermete Novelli di Rimini, il Convegno dedicato al tema “La legge educa, la misericordia corregge, la verità libera” per “Una società a misura di famiglia – una famiglia a misura di uomo”, promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo all’indomani di due grandi eventi ecclesiali, il Sinodo sulla Famiglia e il V Convegno Ecclesiale Nazionale. All’iniziativa, moderata da Andrea Tornielli, vaticanista de La stampa, sono intervenuti: il card. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo; mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini; Flaminia Giovannelli, sottosegretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace; Gian Luigi Gigli, Presidente del Movimento per la Vita; Salvatore Martinez, Presidente RnS.
Introducendo i relatori, Tornielli ha ricordato il recente appuntamento del Sinodo, «contestualizzato nel nostro tempo, 35 anni dopo il Sinodo sulla Famiglia voluto da San Giovanni Paolo II», e che guarda quindi «non a ciò che la famiglia deve diventare o vorremmo che fosse ma a ciò che la famiglia è». In riferimento al tema del Convegno ha sottolineato il valore della testimonianza che educa: «ancor di più, se in grado di mostrare la misericordia. Nell’abbraccio della misericordia infinita si riconosce fino in fondo il proprio limite e la propria piccolezza».
Nel suo saluto introduttivo, mons. Lambiasi ha detto: «È l’amore coniugale alimentato e sostenuto dalla fede la luce che allontana dalla paura. Se questo amore intriso di fede viene a mancare la vita appare come una strada accidentata e ripida». Rievocando la Veglia di preghiera alla vigilia del Sinodo, che ha raccolto in piazza San Pietro attorno a Papa Francesco migliaia di famiglie provenienti da ogni parte del nostro Paese, ha citato «tutte le altre famiglie del nostro Paese a cui è stato chiesto di accendere una luce, un piccolo segno di quella speranza che mai deve abbandonare i presenti anche nelle situazioni che appaiono difficili». Ha quindi continuato: «Le famiglie sono consapevoli dei problemi, tante volte sembrano arrancare ma non vogliono rinunciare a tenere accesa – costi quel che costi – la luce dell’amore, perché sanno che senza questa testimonianza la società diventa ancora più vuota. Se la Chiesa è un ospedale da campo non vi può mancare un reparto per le famiglie sconfitte o ferite. Qui a Rimini viviamo la profezia di Don Oreste Benzi, che tra le tante perle ci ha consegnato anche questa: l’uomo non è il suo sbaglio. Vale anche per la famiglia cristiana che non è e non può essere la somma algebrica dei suoi sbagli e delle sue bellezze».
Il card. Menichelli ha dichiarato che «davanti ai cambiamenti culturali, ideologici, socio-politici del nostro tempo, la Chiesa deve mantenere la propria fedeltà a Cristo che ce l’ha consegnata e all’uomo per il quale Gesù ha dato la vita. Come Cristo, la Chiesa non può pretendere il mondo che le piace, il Vangelo è per l’umanità concreta. Di fronte alle situazioni che sconvolgono la nostra pastorale e la interrogano, dobbiamo avere una grande simpatia verso il mondo – la stessa di Gesù Cristo – ma al tempo stesso la consapevolezza di offrire al mondo la Parola che salva. Dobbiamo avere il coraggio di raccontare la grandezza dell’amore di Dio di fronte alla quale l’uomo prima o poi si sveglierà». Ha ricordato quindi le indicazioni di Papa Francesco a Firenze che ha chiesto alla Chiesa italiana “non di negoziare, ma di dialogare”: «Quando due persone si incontrano e negoziano perdono e guadagnano entrambe, nel dialogo vincono tutti se c’è la dimensione dell’ascolto. Siamo chiamati ad avere la stessa pazienza di Dio per raccontare le meraviglie della fede e di Gesù Cristo, lasciando a Lui i tempi del cambiamento».
Nel Convegno, sono stati affrontati diversi temi connessi alla famiglia: dall’educazione all’ideologia del gender, dal fisco alle leggi per la famiglia e in generale delle condizioni sociali delle famiglie italiane.
Flaminia Giovannelli, riferendosi al problema dell’ideologia, ha affermato che «a partire dall’accompagnamento delle persone omosessuali che è fuori da ogni dubbio, perché pertiene alla sfera dell’umano prima che del cristiano, c’è bisogno di formare a una retta comprensione della persona umana, nell’antropologia cristiana. Bisogna tenere presente che l’errore dell’ideologia è il voler scindere il sesso biologico dal sesso sociale. Questo va contro la nostra visione della persona umana che è unità di corpo, di anima, di intelletto».
L’on. Gigli ha apportato il suo contributo al dibattito da diversi punti di vista, come medico, legislatore e Presidente del Movimento per la Vita. «Sono convinto – ha affermato – che il punto debole sia quello della legge perché questa educa sempre meno oggi e purtroppo non è sinonimo di giustizia. Legalità non è sinonimo di giustizia, democrazia non è sinonimo di verità. Più che puntare sulla legge per la quale però non dobbiamo mai stancarci di operare, dobbiamo puntare sulla testimonianza del volto misericordioso di Gesù che è l’unica capace di convertire, di correggere il cuore dell’uomo. Ma mentre pratichiamo la misericordia non rinunciamo ad annunciare la verità, non ci stanchiamo di mostrare la possibilità di una vita diversa e più umana che viene dalla proposta di vita di Gesù». L’invito è quindi a «coniugare la misericordia e la compassione con la verità e la giustizia in una società che vorrebbe anestetizzare la discussione». In riferimento alla sfida della “colonizzazione ideologica” (cit. Papa Francesco), «di una società che vuole distruggere l’identità per renderla manipolabile» per Gigli non è sensato alzare barricate ed enfatizzare la visceralità di alcune posizioni ma è «urgente adottare delle contromisure educative».
Il Presidente RnS, Salvatore Martinez, ha concluso il Convegno ribadendo che «nel tempo della crisi c’è una cultura dello spirituale che può rigenerare l’uomo. È quello che ci dicono i primi più grandi interpreti della dottrina sociale della Chiesa, Toniolo e Sturzo. Vince questa sfida chi sa riaffermare spiritualmente il bene e negare spiritualmente il male. Questo vuol dire “fare la verità” come Gesù indica a Nicodemo: “Fai la verità e così rinascerai perché ciò che è nato dalla carne è carne, ma ciò che è nato dallo Spirito è Spirito”. Ci domandiamo – ha proseguito – come la misericordia possa correggere questo disastro che è sotto i nostri occhi. Vogliamo sottolineare la missione della Cultura di Pentecoste: la possibilità di ricreare un pensiero, di ritrovare un principio spirituale unificatore dell’esistente. Non vogliamo dare a Dio ciò che è di Cesare e a Cesare ciò che è di Dio. Stasera abbiamo “occupato” lo spazio creativo della nostra laicità rispondendo all’invito di Papa Francesco che ci chiede di dare una “risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico” e di stare in questo “cambiamento d’epoca”».