Domenica 15 novembre allo Slash- presentazione del progetto multimediale Letter from an imaginary man
Lo Slash music, in via Vincenzo Bellini 45, domenica 15 novembre alle 19.00 ospita la presentazione di Letter from an imaginary man, progetto multimediale e documentario della video artista campana Matilde De Feo che parla d’amore. Di lettere d’amore. Perché “Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia”. La serata è la prima tappa napoletana della campagna di raccolta di fondi e nuovi contenuti. De Feo riprende da sola, con una Canon 5D e l’urgenza di registrare l’incontro con le persone che ha scelto e sono disposte a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia. Il documentario che ne scaturisce, un lavoro aperto, trasversale al cinema e alla video arte, è stato selezionato, tra centinaia di lavori provenienti da tutto il mondo, nel concorso “Prospettive” del FilmMakerFest di Milano che si terrà a fine novembre. Domenica 15 novembre, alle 19.00 allo Slash music, in via Bellini 45, la regista Matilde De Feo e il produttore Giuseppe Beneduce aspettano chiunque voglia conoscere da più vicino il progetto Letter from an immaginary man, per mostrare clip extra del lavoro, parlare dell’origine del documentario e scoprire tutti i premi e le modalità per contribuire all’evoluzione di questo magnifico lavoro. Si invita a portare con se pensieri e lettere, ricordi personali, desiderio di condivisione e partecipazione: la ricerca di nuovi contenuti da parte della regista è sempre aperta e finalizzata sia costruire un archivio multimediale on line delle migliori storie, sia a creare un nuovo montaggio video installativo. L’ingresso è gratuito, lo Slash offrirà un aperitivo a pagamento non obbligatorio, e una piccola parte di questo sarà devoluto alla raccolta fondi del progetto.
Letter from an imaginary man documenta l’operazione di raccolta e ricerca di Matilde De Feo, partita nel 2012 in seguito ad un episodio personale, di soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia. Scaturito da 20 ore di girato, il documentario inedito di 41 minuti del 2015, prodotto da Mald’è e Giuseppe Beneduce in collaborazione con Marechiaro Film.
Ironico, romantico, intimo e immaginifico, trasversale al tema dell’amore, il lavoro che oscilla tra il cinema e la video arte, attraversando la video performance, è stato selezionato, tra centinaia di lavori provenienti da tutto il mondo nel concorso “Prospettive” del FilmMakerFest di Milano che si terrà tra il 27 novembre 6 dicembre. Il festival dal 1980 ha tenuto a battesimo almeno tre generazioni di registi italiani e prodotto più di 80 tra film e video: tra questi le prime opere di Studio Azzurro, Silvio Soldini, Giovanni Maderna, Alina Marazzi, Michelangelo Frammartino, Antonio Bocola, Paolo Vari, Francesco Gatti, Martina Parenti e i fratelli Dardenne e ha diffuso la vocazione di vedere e a pensare un cinema fuori dagli schemi, internazionale e libero.
Il soggetto. C’è Mandarino che le lettere d’amore le scrive per lavoro nel suo furgone colorato su una strada provinciale del casertano, c’è una lettera nascosta in una bambola e trovata dal marito dopo la morte della moglie, c’è una storia d’amore conclusa eppure ancora viva nella fisicità di giochi di carta inviati per posta; c’è la corrispondenza che testimonia la prigionia politica di un’attrice cinese che alla fine degli anni ’70 e i primi anni ‘80 amava un intellettuale italiano (parlò di questa storia Tiziano Terzani); c’è una giovanissima donna che associa la depressione del suo compagno al terremoto dell’Aquila. Tra le storie, tutte vere, adoperate in modo artistico, c’è anche la conflittuale relazione giovanile dei genitori della De Feo, che agli occhi della stessa autrice diventa altra da sé, universale, a dimostrazione che realtà e immaginazione si confondono. “E’ tutto un gioco: mescolare la finzione con la realtà, la letteratura con la vita, sottolineando la natura illusoria dell’amore, l’impossibilità di amare senza immaginare. Per amare abbiamo bisogno di oscillare tra realtà e fantasia”, dice De Feo.
Un’opera aperta. Costato circa 40 mila euro, per essere diffuso e distribuito il lavoro ha bisogno di essere sostenuto pertanto è stata elaborata una campagna di comunicazione che avviene attraverso la piattaforma di crowdfunding Indiegogo, che a fronte delle sottoscrizioni corrisponde una serie di ricompense: dallo streaming del documentario, alla pubblicazione sui social di una lettera d’amore, fino alla possibilità di vedersi video-ripresa nello stile del progetto la propria storia o aggiudicarsi una quota in produzione diventando dunque protagonista del lavoro.
Letter from an imaginary man è infatti un’opera crossmediale, legata alla partecipazione e alla molteplicità dei soggetti incontrati e dunque un’opera aperta, nel senso già sperimentato da Calvino e Umberto Eco. Infatti Matilde De Feo si prefigge di raccogliere attraverso la campagna e i canali si informazione nuove testimonianze e dunque nuovi contributi che possano sia costruire un archivio multimediale on line delle migliori storie, sia che possano essere reintegrate in un nuovo montaggio video installativo.
CREDITS: regista: Matilde De Feo; assistenti alla regia: Giuseppe Beneduce / Maria Rosaria Di Clemente / Renato Esposito; fotografia: Matilde De Feo; Producer : Mald’e e Giuseppe Beneduce; sottotitoli e traduzione: Francesco Izzo; comunicazione: No Code Service. In collaborazione con: Marechiaro Film; montaggio: Alessandra Carchedi; suono: Marco Messina; colore: Simona Infante; assistente alla scenografia: Renato Esposito. Musiche di: Kazum, Ferruccio Spinetti e Petra Magoni, Valerio Vigliar, Frame, Donato Cutolo, Tintinette. E la musica originale di: David Rossato.
Social media: Alessia Guardascione, Claudia Del Prete. Ufficio Stampa: Alessandra del Giudice.
Matilde De Feo è interprete, regista, operatrice culturale. Si è laureata in regia, con una tesi in teatro e tecnologie, al Dams di Romatre. Si è diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, formandosi con Alvaro Piccardi, Paolo Giuranna e inoltre con Giulia Varley, Roberto Lun, Elena Bucci. Ha lavorato in teatro con: Gerard Watkins, Marion Aubert, Guy Delamotte, Renato Carpentieri, Pierpaolo Sepe, Pierre Yves Chapelain e i videoartisti Milica Tomic, Lutz Gregor, Vanessa Beecroft, Paolo Rosa (Studio Azzurro), Silvano Agosti. E’ titolare dal 2003 del progetto mald’è che mette in relazione le arti visive a quelle sceniche.
Con i suoi lavori a cavallo tra cinema, videoteatro, installazione interattive e spettacoli multimediali ha partecipato a festival nazionali e internazionali: Festival del film di Roma, Short film Corner Festival di Cannes, Festival di Volterra, Milano in digitale, Caffè Fandango, Napolifilmfestival, Riccione TTV, 14 Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia.
Lavora, come docente di teatro e operatrice culturale, e inoltre come doppiatrice di documentari provenienti da tutto il mondo per la Rai, Radio Televisione Italiana.