“Francesco Cabras” a Napoli alla Mediterranea di Saverio Ammendola

 “Francesco Cabras” a Napoli alla Mediterranea di Saverio Ammendola

Inaugura mercoledì 11 novembre alle ore 18 l’esposizione “Francesco Cabras”. Saverio Ammendola di Mediterranea, in collaborazione con Patrizia Varone, giornalista e curatrice, ospita negli spazi di via Carlo De Cesare 60, sedici scatti del fotografo e regista romano. Fotografie che hanno il sapore dello stile di Cabras ma non hanno la pretesa di rappresentarne né una retrospettiva né un’antologica. Bensì, l’esposizione risulta essere frutto di una precisa scelta che, come lo stesso Saverio Ammendola spiega, “è legata al desiderio, e piacere, di raccontare, semplicemente raccontare, chi è l’autore”. Sedici immagini di Francesco Cabras realizzate in giro per il mondo. Sedici fotografie dove vengono affiancati scatti vicini per rapporto tra chiari e scuri, mono o pluricromatici, per disposizioni prospettiche a testimonianza di un lavoro fotografico che ha una continuità nel tempo e negli anni. Una ricerca, quella di Cabras che si svolge per appunti. Immagine per immagine, scatto per scatto, fotogramma per fotogramma, ritrovano il racconto proprio delle indagini dell’autore. Il critico Giorgio Bonomi scrive che Cabras “appartiene a quella schiera di artisti cui si applica il concetto del filosofo francese Gilles Deleuze che parla di “ripetizione differente”, […]: opere apparentemente uguali ma invece tutte diverse. Così il Nostro che, ovunque si trovi, sia in Asia che in Africa, in riunioni sadomaso o di fronte a muri con manifesti strappati, realizza numerose immagini del soggetto prescelto, ma in realtà esegue ogni singolo scatto come unico, come opera in sé definita ed autosufficiente”. Una narrazione che prende senso nell’animo, nello sguardo e nei punti di vista dell’autore. L’intento di Francesco Cabras è di portare avanti un viaggio, quello dove l’espressività, o meglio, l’aderenza tra la tensione dell’animo e il prodotto attribuito all’uso del media, è sempre più vicino. E infatti, quasi impercettibile il segno dell’umano è immobilizzato da Cabras in tracce appena riconoscibili, intuibili e svelate a volte dalle rotondità di volti e dalla luce immediata che acceca un particolare o, soffusa, attenua le spigolature, altre dalle inserzioni materiche che creano improvvise geometrie somiglianti pur appartenenti a contesti lontani. Una narrazione che mostra, al di là dei singoli progetti espositivi, e nella molteplicità dei racconti fotografici, una realtà dalle mille sfaccettatture, fatta vedere nella sua essenza, senza giudizio o arteficio, in presenza di sete di conoscenza per ciò che è. La base della ricerca fotografica di Cabras ad un’osservazione lenta, schiude nessi e connessioni che ne rafforzano, avvicinando progetti nati da esigenze differenti, la plasticità e l’atemporalità. Questi, essi stessi animati dalla curiosità dell’autore, donano delicatezza e poesia agli scatti. L’umano plasma e i segni restano, riconoscibili. La mostra è aperta al pubblico dal 12 novembre al 3 dicembre, dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle ore 13,30 e dalle ore 17 alle ore 20.

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