Latte, Coldiretti: “Siamo di fronte ad un vero ricatto straniero”
Con la riapertura dei negozi e dei supermercati sale alle stelle la tensione a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) nello stabilimento della Lactalis dove i camion per i rifornimenti sono fermi nel piazzale con il continuo afflusso spontaneo di allevatori della Coldiretti da tutte le regioni ha reso impossibile l’accesso alle strade limitrofe dove sono parcheggiati un centinaio di trattori. Nonostante tre notti di presidio all’addiaccio è nella giornata che si prevede la maggiore presenza di allevatori che alle ore 10,00 di oggi lunedi 9 novembre ascolteranno l’importante annuncio del presidente nazionale Roberto Moncalvo sulla guerra del latte dal palco improvvisato in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) a meno di un chilometro dall’uscita “Casalpusterlengo” dell’autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234 Mantovana, che è stata completamente segnata dai picchetti della Coldiretti. Anche oggi sono attese manifestazioni di sostegno da parte di autorità istituzionali e semplici cittadini ma gli allevatori hanno anche portato il latte delle stalle italiane per preparare il vero formaggio Made in Italy da far assaggiare ai dirigenti dello stabilimento presidiato della Lactalis che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore. Gli industriali che sottopagano il latte italiano al di sotto dei costi di produzione sono gli stessi che hanno tentato il colpo di mano per chiedere il via libera all’uso della polvere di latte nei formaggi e yogurt Made in Italy”. E’ quanto denunciano gli allevatori della Coldiretti provenienti dalle diverse regioni che continuano l’assedio, con trattori e mucche al seguito, alla multinazionale francese Lactalis che con l’acquisto dei grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore.
Siamo di fronte ad un vero ricatto straniero per la decisione del Governo italiano di confermare il no alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea, fissato il 29 settembre scorso, con l’impegno diretto del presidente del Consiglio Matteo Renzi davanti ai 30mila agricoltori della Coldiretti riuniti all’Expo. Una decisione – sottolinea la Coldiretti – supportata anche dalla petizione popolare Coldiretti alla quale hanno aderito decine di migliaia di italiani dopo la mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all’Expo. Fallito il tentativo di far saltare la legge n .138 dell’ 11 aprile del 1974 che ha garantito da oltre 40 anni il primato della produzione lattiero casearia italiana, il latte – denuncia la Coldiretti – viene sottopagato a 34 centesimi al litro nonostante i costi di produzione siano in media compresi tra i 38 ed i 41 centesimi al litro in Lombardia secondo lo studio ufficiale realizzato in riferimento alla legge 91 del luglio che impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione. Si voleva imporre all’Italia di produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. Ed oggi, con la chiusura di mille stalle in un solo anno, si rischia – denuncia la Coldiretti – di arrivare allo stesso drammatico risultato. Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro – conclude la Coldiretti – è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.