Caso di lebbra a Treviso, Usl 9 rassicura l’opinione pubblica

 Caso di lebbra a Treviso, Usl 9 rassicura l’opinione pubblica

Caso di lebbra a Treviso dove è stato riscontrato la malattia ad un cittadino del Bangladesh. L’azienda sanitaria locale Usl 9 di Treviso hanno tranquillizzato l’opinione pubblica, nel corso di un incontro con la stampa ed alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in merito a possibili rischi di contagio. Secondo i medici, infatti, l’unica precauzione necessaria assunta e’ stata quella di ricoverare il paziente in una camera singola, in uno stato di isolamento precauzionale, e di controllare le cinque persone conviventi nella stessa abitazione a Quinto di Treviso (Treviso). La lebbra, e’ stato spiegato, e’ veicolata da un batterio “simile a quello della Tbc ma piu’ lento” che viene “distrutto dai globuli bianchi quasi sempre”. L’incubazione e’ di sei-otto anni e dunque l’origine della patologia riscontrata nel paziente e’ ricondotta con tutta probabilita’ ad un contagio nel paese natale, dal quale e’ partito otto anni fa. Rispondendo ad una domanda sull’eventualita’ di un contagio da Ebola in Italia, i vertici della sanita’ trevigiana hanno escluso qualsiasi rischio dato che, hanno spiegato, il fenomeno “e’ concentrato in un’area rurale di una zona dell’Africa” e che il decorso letale “e’ molto rapido e dunque incompatibile con la lunghezza di un viaggio per raggiungere l’Europa di una persona contagiata”.

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