Reti oncologiche e dati Agenas, l’analisi del dottor Canzanella
Riabilitazione, oncologia e cure palliative: tre realtà sanitarie che dovranno unirsi tra loro per realizzare un Network delle Reti Oncologiche, che permetta anche in Campania una condivisione di tutte le informazioni utili a fornire standard di assistenza più elevati a tutti i pazienti oncologici, indipendentemente dalla sede in cui risiedono. Tutto ciò conferma che i termini umanizzazione, rapporto medico-paziente, informazione e supporto psicologico debbano essere considerati parole-chiave nella gestione di pazienti con patologie oncologiche. Questo è l’obiettivo che si pone il dottor Sergio Canzanella, segretario regionale della Campania della Società Italiana Cure Palliative e della Federazione Associazioni Volontariato Oncologia, nonché dirigente dell’Associazione House Hospital Onlus.
“Abbiamo presentato una serie di proposte concrete e fattibili – annuncia il dottor Canzanella – al presidente della Giunta Regionale della Campania, l’onorevole Vincenzo De Luca, da sempre sensibile e fortemente impegnato per uno sforzo comune che ha lo scopo di tramutare la politica del dire in quella del fare. Il nuovo e ambizioso obiettivo sarà quello di creare un Network di tutte le Reti Oncologiche Regionali, compresa la Campania, per fornire standard di assistenza più elevati a tutti i pazienti oncologici. In Italia – spiega il dottor Canzanella – l’87 per cento delle Oncologie Mediche ha attivo un servizio di assistenza domiciliare e il 33 per cento dispensa medicinali per la cura dei tumori a casa. Le Oncologie Mediche del Nord trattano a casa in media 200 pazienti; 148 al Sud-Isole e 118 al Centro. Dal 2003 a oggi, le Pet per le diagnosi sono triplicate: erano disponibili per il 10 per cento delle strutture, oggi per il 35 per cento dei centri; mentre scintigrafie e Rmn sono quasi raddoppiate passando dal 36 al 65 per cento e dal 51 al 95 per cento rispettivamente. Progressi più lenti negli apparecchi per radioterapia: nel 2001 presenti nel 46 per cento delle strutture oncologiche, lo sono nel 65 per cento a oggi, mentre si registra una discesa media del 20 per cento degli psicologi passati da 1,6 in media per centro oncologico nel 2005 a 1,3 nel 2014”.
Il dottor Canzanella è intervenuto anche sulla questione riguardante i dati resi noti dall’Agenas sulla positività dei conti consultivi della Sanità campana: “I risultati evidenziati dall’Agenas sono positivi per le dieci aziende sanitarie campane prese in esame, che hanno equilibrato la differenza tra ricavi e costi interni ed esterni. Anche togliendo le tasse, i conti sono allineati – sottolinea il segretario regionale della Favo – ma si deve constatare che le sale operatorie non funzionano ancora sulle dodici ore per carenza di anestesisti. I pazienti, poi, sono curati nei Ps perché non ci sono abbastanza posti letti nei reparti, i malati stabilizzati in ospedale sono dimessi rapidamente sia per l’alto costo del posto letto e sia per il fatto che l’ospedale si mette nella condizione di prendere il Drg minimo e così il pareggio di bilancio diventa davvero un miraggio. E proprio su questi settori che bisogna intervenire con politiche sanitarie mirate, al fine di incrementare il numero di strutture territoriali, come Hospice, Rsa, Centri Sla, Centri Stroke Unit, Country Hospital, Suap, Case della Salute, eccetera. Anche in considerazione dei tempi lunghi di attesa per le prestazioni diagnostiche, Day Hospital, e interventi chirurgici, Day Surgery. Giova ricordare – conclude il dottor Canzanella – che l’articolo 40 della bozza della legge di stabilità prevede che, dal 2016 per le aziende ospedaliere e dal 2017 per le aziende sanitarie, a metà di ogni anno ogni regione individui le strutture con uno scostamento tra costi e ricavi pari o superiore al 10 per cento dei suddetti ricavi o pari ad almeno 10 milioni di euro, e l’obbligo per il direttore generale di elaborare un piano di rientro, pena la decadenza”.