Tutela della musica dal vivo, ecco le proposte di Assomusica per un settore da valorizzare
“L’industria della musica contemporanea popolare deve essere sostenuta, valorizzata, promossa e agevolata al pari dell’industria cinematografica o teatrale, considerata inoltre la comprovata valenza turistica, nazionale e internazionale. I luoghi in cui sono organizzati spettacoli musicali dal vivo, devono essere valutati come luoghi della cultura, sia al chiuso sia all’aperto”.
Lo ha affermato il presidente di Assomusica Vincenzo Spera nel corso del suo intervento al Convegno nazionale di “Musica Viva” intitolato ‘Un patto per la musica live nelle città del futuro’, che si è tenuto a Palazzo Reale di Milano.
“La politica – ha proseguito Spera – dovrebbe imparare a conoscere il mondo dell’arte a 360 gradi. C’è troppa attenzione del sistema dedicata ai beni culturali del passato, purtroppo molto poca a quelli del futuro. Oggi abbiamo bisogno di strumenti reali affinché le attività culturali siano considerate al pari di beni e servizi essenziali. Lo Stato deve legiferare tenendo conto delle peculiarità e le caratteristiche proprie del settore. La collaborazione con il Comune di Milano ha portato, ad esempio, enormi benefici. Questo dimostra l’importanza della sinergia tra le istituzioni”.
Il presidente dell’associazione dei produttori e degli organizzatori degli spettacoli dal vivo ha poi analizzato il caso Milano, una città cruciale per il mondo della musica a livello mondiale: “Il numero di spettacoli musicali nel 2014 rilevati da Assomusica in Italia è di 3217 – ha sottolineato – circa un terzo sono stati realizzati nella sola provincia di Milano. Oltre a svolgere attività importanti dal punto di vista culturale e sociale, infatti, viene creato un indotto imponente nella realizzazione del concerto. Purtroppo, però, l’ordinamento nazionale non concede alcun sostegno e questo è molto preoccupante”.
Ma il lavoro di Assomusica è da sempre finalizzato alla ricerca di soluzioni concrete. Vincenzo Spera ha elencato tre dei punti chiave dai quali ripartire: “Innanzitutto occorre riformare l’istruzione e la formazione, prevedendo corsi di musica fin dalla tenera età, che abbia un approccio moderno, basato sia sullo studio della musica, ma soprattutto sull’ascolto, e sull’utilizzo più esteso di strumenti. Favorire la formazione professionale dei musicisti. Ed infine istituire la formazione professionale delle varie figure coinvolte nella filiera, dalle figure tecniche, a quelle organizzative (responsabili, direttori, assistenti di produzione), a quelle amministrative, a quelle addette alla promozione e comunicazione, fino alla figura di organizzatore di spettacoli dal vivo europeo, con conseguente riconoscimento delle categorie in appositi albi o elenchi certificanti, tramite il coordinamento con le Regioni.
Oggi, però – ha concluso – non basta l’Italia: tutto deve passare attraverso l’Unione Europea. Grazie al lavoro svolto negli ultimi due anni con la Direzione Generale Educazione e Cultura della Commissione Europea cominciano a maturare i primi frutti con la realizzazione di un Forum dedicato al settore, che si aprirà ufficialmente al “Midem” di Cannes, già dalla prossima edizione e con la realizzazione di un progetto che prevede la realizzazione di un fondo destinato alla musica come avviene già per il cinema.
Per questa ragione la nostra associazione si è attivata in questa direzione da qualche anno e proseguirà il proprio lavoro al Medimex di Bari il 29 e 30 ottobre con due appuntamenti, cui parteciperanno i più importanti rappresentanti di Enti, Istituzioni e associazioni Europee del settore dello spettacolo dal vivo, nonché i cosiddetti “Sindaci della Notte” di Reykjavík e Groningen. È fondamentale cambiare rotta al più presto. Riprendo una frase del nostro Papa Francesco che mi trova pienamente d’accordo. Non c’è futuro per le giovani generazioni senza creatività e senza la possibilità di esprimerla liberamente. Solo con la creatività si crea innovazione e internazionalizzazione. Musica viva, live is life”.