Legge Severino, legale de Magistris: “la sospensione Non può essere retroattiva”
L E’ stata sospesa e riprenderà alle 16.30 l’udienza pubblica della Corte Costituzionale sulla legge Severino. Nella prima parte dell’udienza, dopo la presentazione della causa affidata al giudice relatore Daria De Pretis, ha preso l’avvocato Giuseppe Russo, che insieme al collega Lelio della Pietra ha rappresentato le istanze del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Russo ha insistito innanzitutto sul fatto che l’ordinanza del Tar che ha stoppato, in via cautelare, gli effetti della sospensione nei confronti di de Magistris e ha sollevato questione di costituzionalità, è precedente alla decisione della Cassazione che ha stabilito la competenza del giudice ordinario sull’applicazione della legge Severino. Se infatti prevalesse quest’ultimo aspetto, la Consulta potrebbe dichiarare inammissibile la questione perché il giudice che l’ha proposta, cioè il Tar, non è quello competente. Ma “la questione è stata riassunta di fronte al tribunale ordinario – ha sottolineato Russo – che ha confermato la misura cautelare, condividendo quanto detto dal Tar”. L’altro aspetto messo in evidenza riguarda le caratteristiche della sospensione prevista dalla Severino. E in tal senso Russo ha proposto un parallelismo con una recente sentenza della Corte Costituzionale – la 170/2015 – che “in linea con quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, definisce che la sanzione non semplicemente ciò che il legislatore individua come tale, ma ciò che incide in modo afflittivo sulla sfera giuridica dell’individuo”. Altro nodo è quello della retroattività. Il legale del sindaco di Napoli ha sottolineato in particolare due aspetti: il fatto che “de Magistris sia diventato sindaco quando la legge Severino non esisteva ancora” e il fatto che “gli articoli 6 e 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo affermano che non possono essere retroattive tutte le misure che incidono sulla posizione dell’individuo”.