Centenario della Grande Guerra: domani all’ISS una mostra di fotografie

 Centenario della Grande Guerra: domani all’ISS una mostra di fotografie

I prigionieri di guerra austriaci all’Asinara. 18 dicembre 1915 – 24 luglio 1916

Un’esposizione di oltre 100 immagini “storiche”, tra fotografie originali e rielaborazioni grafiche delle stesse, che ritraggono la vita dei detenuti austriaci nei campi italiani dell’Asinara (Sardegna) e di Vittoria (Sicilia) nel corso della Prima Guerra Mondiale, apre la sesta edizione del convegno “Storie e memorie dell’Istituto Superiore di Sanità”, in programma domani 17 settembre presso la sede dell’Istituto (vedi programma allegato). Alla mostra fotografica si accompagna la presentazione del volume “Memorie e attualità tra storia e salute”, frutto della collaborazione tra il Settore Attività Editoriali dell’ISS e il Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli studi di Sassari.
“Questo convegno – dice il Presidente dell’ISS Walter Ricciardi – testimonia l’attenzione dell’Istituto Superiore di Sanità anche agli aspetti storico-scientifici e alla custodia della memoria della sanità e della medicina in Italia confermando l’impegno dell’Istituto nella promozione della cultura scientifica nel nostro Paese”.

Le fotografie, originariamente in bianco e nero, ma con la particolarità di essere state “acquarellate” a mano probabilmente in quegli stessi anni da soldati esperti, sono divise in otto pannelli, mentre il volume, come recita il sottotitolo in copertina, si presenta come una raccolta mirata e ragionata di “riflessioni sulla sanità pubblica in Italia a cento anni dalla Grande Guerra a partire dall’esperienza dell’Asinara e di Vittoria”. Il convegno, nell’ambito del quale viene allestita la mostra e presentato il libro, è stato inserito a pieno titolo tra le iniziative di riconosciuto valore culturale e di commemorazione della Prima Guerra Mondiale. Tanto da meritarsi il logo ufficiale del Centenario della Prima Guerra Mondiale 2014-2018 rilasciato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Il lavoro che ha appassionato i ricercatori del nostro Istituto e gli storici dell’ateneo sassarese – dichiara Paola De Castro, responsabile del settore Attività Editoriali dell’ISS – ci restituisce, a distanza di un secolo, uno spaccato delle origini della nostra sanità, in un contesto per di più di emergenza, quale quello delle esperienze dei prigionieri detenuti nell’isola dell’Asinara e nel campo di Vittoria (Ragusa). Un’emergenza che, facendo un balzo di cento anni e legandosi all’attualità degli imponenti flussi migratori verso l’Europa e l’Italia, offre numerosi spunti di riflessione. Oggi, come allora, infatti, ci si trova di fronte a problematiche sanitarie, dettate dal sovraffollamento e da precarie condizioni igieniche, che ledono il diritto alla salute e che necessitano perciò di soluzioni urgenti e condivise”.

L’indagine si è avvalsa dei contributi di differenti professionalità, a testimonianza della necessità di un approccio pluridisciplinare alle tematiche che investono la sanità pubblica. “Nel periodo preso in esame, infatti, un problema quale quello delle epidemie all’interno dei campi di detenzione – va avanti la ricercatrice – un problema quindi di salute pubblica, nazionale e internazionale, veniva gestito, evidentemente senza successo, come un fatto di ordine pubblico (d’altra parte i compiti di sanità in Italia erano competenza del Ministero dell’Interno, alle cui dipendenze operava la Direzione Generale della Sanità Pubblica). Mentre oggi, che la trasmissione di malattie associata alle migrazioni è molto più rapida che in passato, si impone un approccio multidisciplinare, fatto di competenze che spaziano dalla biologia alla medicina, dalle scienze sociali e umane a quelle fisiche, chimiche, matematiche e statistiche”.

La genesi dell’iniziativa

Il progetto ha preso avvio dal ritrovamento dell’album fotografico “I prigionieri di guerra austriaci all’Asinara. 18 dicembre 1915 – 24 luglio 1916”, un prezioso documento sulla vita dei soldati nell’isola nell’arco di sette mesi.
L’isola, situata a nord-ovest della Sardegna, abitata da poche famiglie (una cinquantina) di pastori e pescatori, fu scelta già nel 1885 dal governo italiano quale luogo da destinare a colonia penale e stazione sanitaria marittima, proprio per le sue caratteristiche di perfetto isolamento, abbondanza di acqua potabile, spopolamento e possibilità di stazionamento delle navi in quarantena. Nel 1915, la colonia ospitava tra 20 mila e 30 mila prigionieri appartenenti all’esercito austro-ungarico.

L’altro campo per prigionieri di guerra descritto nel volume è quello di Vittoria, in provincia di Ragusa, unico in Sicilia e tra i primi dieci per capienza (poteva ospitare fino a 15 mila prigionieri) in tutta Italia, accoglieva ufficiali e militari di truppa dell’esercito austro-ungarico (esercito che comprendeva anche polacchi, cechi, slovacchi, erzegovini, bosniaci, croati, dalmati).

Il volume passa poi a descrivere le condizioni degli italiani caduti nelle mani degli eserciti tedesco e austro-ungarico: oltre 600 mila, internati in quasi 500 campi che si estendevano dalla Polonia alla Turchia. Per tutti, fatta eccezione per il campo di Vittoria dove i prigionieri erano trattati bene, come testimoniato in alcune lettere, oltre alla mancanza o scarsità di cibo in condizioni di pesanti lavori forzati, incombevano le minacce di malattie infettive che decimarono molti soldati: dal colera alla malaria, dal tifo all’influenza spagnola.

Il convegno affronta molte delle tematiche trattate nel libro e si avvale, oltre che delle fotografie storiche, di documenti originali, di immagini e poster che ricostruiscono alcune delle tappe della relazione tra storia e salute a cento anni dal primo conflitto mondiale.

Il volume, accessibile online nel sito dell’ISS, verrà distribuito ai partecipanti al convegno, insieme ad una serie di cartoline, appositamente realizzate per l’evento, con immagini della Grande Guerra.

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