Roma, arrestato imprenditore: sequestro beni per 108 mln di euro – VIDEO
Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito due provvedimenti cautelari emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, nei confronti di un noto imprenditore di origini siciliane, attivo nel settore delle opere pubbliche su scala nazionale, tanto da avere vinto nel tempo appalti per centinaia di milioni di euro. Oltre all’arresto in carcere dell’imprenditore, le Fiamme Gialle stanno anche eseguendo il sequestro di beni per circa 108 milioni di euro e decine di perquisizioni in tutta Italia. L’operazione odierna, convenzionalmente denominata “VARIANTE INATTESA”, dal gergo degli appalti, interviene all’esito di complesse indagini coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, che hanno consentito di accertate plurime fattispecie di reato di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia. Per arrivare a tali importanti risultati fondamentali si sono rivelate le intercettazioni telefoniche, gli accertamenti economico-patrimoniali e finanziari, le acquisizioni documentali presso enti pubblici, l’attività dinamica sul territorio, i sopralluoghi, i pedinamenti e le audizioni delle persone informate sui fatti eseguite dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata). L’attività investigativa volta ha consentito di ricostruire l’operatività criminale del gruppo capeggiato dall’imprenditore di origini siciliane operante nel settore degli appalti pubblici da almeno un ventennio, amministratore di fatto delle aziende destinatarie dell’odierno provvedimento di sequestro, seppur fittiziamente intestate a prestanome (parenti e/o soggetti terzi) Più in particolare, ricostruendo le vicende gestionali di un Consorzio con sede in Roma, si è tra l’altro accertato che, nel corso nel corso del decennio 2003-2013, lo stesso si fosse aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici, su scala nazionale, tra cui spiccano le commesse, allo stato ancora in fase di esecuzione, indette dall’Ufficio del Commissario Straordinario Delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall’ADR – AEROPORTI DI ROMA SPA, dall’ANAS SPA – Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (CE), dal Comune di Rosarno (RC) e dal Comune di Ciampino (RM), con un valore attuale degli appalti già vinti pari ad oltre 118 milioni di euro. Parimenti, è stata accertata la riconducibilità all’imprenditore anche di due società con sede a Roma, e una società con sede a Venezia, aziende peraltro consorziate ed attive negli appalti pubblici; tutte, secondo ipotesi d’accusa, strumentalmente utilizzate per porre in essere illecite condotte riferibili a fatti di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata. Le reiterate condotte illecite acclarate e dettagliatamente ricostruite dai finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, consentivano di apprezzare il concreto ed attuale pericolo ascrivibile in capo all’imprenditore intento alla spoliazione dei beni delle nominate aziende, anche favorito dai propri consulenti, legali e contabili. In pratica, all’esito delle investigazioni, è emerso come l’imprenditore, al vertice della struttura societaria investigata, amministratore di fatto del consorzio e delle collegate conscio dell’impossibilità assoluta di comparire formalmente nelle società per instaurare rapporti negoziali con la Pubblica Amministrazione, a causa dei suoi trascorsi giudiziari, abbia utilizzato un consorzio e società fittiziamente attribuite ad altri per continuare scientemente ad operare, da svariati anni, nel remunerativo settore degli appalti pubblici. Tale assetto societario non era però sfuggito agli investigatori tanto che l’ente consortile era stato destinatario di due interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Roma, tuttavia annullate dal TAR Lazio e dal Consiglio di Stato. Nel corso delle indagini sono altresì emerse responsabilità penali dell’imprenditore e dei suoi sodali anche in ordine ad ulteriori episodi di estorsione e di bancarotta fraudolenta, conseguenti al fallimento di una S.r.l. Anch’essa consorziata , dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Roma in data 9 febbraio 2012. In sintesi, con l’odierna operazione, i Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno dato esecuzione ai seguenti provvedimenti emessi dal Tribunale della capitale su richiesta della locale Procura della Repubblica: ordinanza applicativa di misura cautelare della custodia in carcere, nei confronti dell’imprenditore, per i reati di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata ed estorsione; ordinanza applicativa di misura cautelare personale in carcere e reale, sempre nei confronti del medesimo imprenditore per i reati di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata, interposizione fittizia di beni, con contestuale: sequestro preventivo in funzione di confisca obbligatoria: 75% del fondo consortile, intero complesso aziendale e tutti i beni del Consorzio di Roma (composto, allo stato, da 5 partecipazioni societarie, due unità immobiliari site in Patti, cinque auto/motoveicoli, contratti in essere con le Stazioni Pubbliche Appaltanti, pari a € 117.286.835,00); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni di una S.p.a. Di Roma (composto, allo stato, da nr. 2 partecipazioni societarie e 8 unità immobiliari, site a Piraino e Varese); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni di una S.r.l. Con sede in Venezia (composto, allo stato, da 2 unità immobiliari site a Brolo, 2 partecipazioni societarie, contratti in essere con le Stazioni Pubbliche Appaltanti, pari a € 1.052.881,00; 24 perquisizioni tra Lazio, Sicilia e Veneto, nei confronti di n. 14 indagati e delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia.