Afragola, uccisi e poi bruciati in auto: l’escalation criminale del nuovo clan

 Afragola, uccisi e poi bruciati in auto: l’escalation criminale del nuovo clan

Gli uomini del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, diretti dal maggiore Christian Angelillo, hanno arrestato 9 persone, tra cui Nicola Luongo, 48 anni, il capozona dei Moccia poi diventato capo della nuova cosca. La Squadra mobile ha arrestato altri 8 affiliati, tra cui Mariano Barbato 24 anni, l’uomo che ha deciso di sostituire Luongo al vertice del gruppo. Tra gli arrestati, nessuno supera i 50 anni d’eta’ e molti sono poco piu’ che ventenni. Un gruppo camorristico particolarmente violento e aggressivo, nato con il placet dei Moccia, ma subito interessato da una scissione interna. E’ lo scenario ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli e dal Nucleo investigativo dei carabinieri partenopeo che ha portato all’emissione di 20 decreti di fermo di pm, 17 dei quali eseguiti a carico della cosca che, dal rione Salicelle di Afragola, ha cominciato a espandersi nei Comuni vicini prima per volonta’ di Nicola Luongo, il primo a prendere il comando, poi di Mariano Barbato, entrambi arrestati oggi. Barbato, per far comprendere bene chi comanda, manda anche un ‘gruppo di fuoco’ davanti all’abitazione di Luongo per sparare proiettili di avvertimento contro le finestre. Una dinamica di aggressione del territorio iniziata a gennaio e che, tra febbraio e marzo, vede anche i cadaveri di sette componenti del gruppo, vittime dell’epurazione interna per il cambio di equilibrio ai comandi, uccisi e bruciati vivi nell’auto tra febbraio e marzo. Questi omicidi non sono pero’ tra i reati contestati ai 17 fermati, che devono rispondere, oltre che di associazione a delinquere di stampo mafioso, soprattutto delle estorsioni capillari e con metodi violenti a imprenditori e commercianti. Nel mirino il business delle imprese funebri, attivita’ particolarmente fiorente a Casoria che vede nei primi mesi dell’anno una escalation di attentati dinamitardi contro molte ditte che non vogliono piegarsi al ‘pizzo’. I provvedimenti di fermo, spiega il dirigente della Mobile, Fausto Lamparelli, si sono resi necessari per la particolare pericolosita’ del gruppo. Le indagini, portate avanti anche dal nucleo investigativo di Castello di Cisterna, riguardano il periodo da gennaio a luglio 2014 e hanno mostrato l’espansione del gruppo da Afragola verso Crispano, Casoria, Caivano, Crispano e Cardito. Nel mirino della cosca anche gli istituti di vigilanza privata, sottoposti a estorsione. La conflittualita’ interna e’ testimoniata da ultimo anche con l’omicidio di Mattia Iavarone, avvenuto lo scorso 25 aprile a Caivano. Le modalita’ violente di aggressione del territorio, secondo gli investigatori, vengono scelte prima per riaffermare la presenza proprio dei Moccia di cui Luongo, che ha precedenti proprio come elemento di rilievo della ‘famiglia’ e’ in qualche modo capo-zona, dato che i capi storici del clan sono stati arrestati o sono detenuti da tempo, poi per espandersi. La scissione avviene proprio per le modalita’ attuate per prendere il controllo delle attivita’ illecite. I fermi attuati oggi sono ora al vaglio del gip.

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