Gma Virtus Pozzuoli , Serpico: “la vittoria del gruppo”
La forza e la compattezza del team ha prevalso sul persistere degli infortuni e sulle difficoltà che questa situazione comporta nell’affrontare ogni partita. Domenica, contro la Megaride, la Gma Virtus Pozzuoli ha chiuso l’incontro con 9 uomini impiegati di cui 7 iscritti a referto e ben 5 in doppia cifra: Orefice (15 punti, 5 recuperi, 5 assist), Luongo (17 punti e 10 rimbalzi), Aprea (16 punti, 7 assist, 2 recuperi, 4 rimbalzi), Innocente (12 punti, 10 rimbalzi), Errico (13 punti, 1 stoppata, 7 rimbalzi, 5 recuperi e 2 assist). “Senza il gruppo ed il lavoro di squadra non si va da nessuna parte – commenta coach Mauro Serpico – Domenica è stata la vittoria (80–58) del collettiva ed è quello che voglio e che spero ci sia sempre. Cosi tutti riescono a dare il loro contributo e a sentirsi importanti per la maglia. Non interessa chi fa canestro perché i due punti finali vanno alla Virtus, quindi è importante far segnare il compagno o comunque metterlo nelle condizioni di farlo nel migliore dei modi. Nel derby ci siamo riusciti molto bene e lo dimostrano i 18 assist refertati”. Un dato statistico che contribuisce a spiegare un successo ampio nello scarto finale (22 lunghezze), ma costruito sulla distanza. Per circa 12’ a condurre nel risultato, giocando meglio, sono stati i napoletani. Con un 12–0 di parziale i flegrei hanno messo la freccia (dal –3 al +9) e non si sono più voltati indietro (toccando presto il +12, anche il +15), ma con alcuni passaggi a vuoto che hanno impensierito l’allenatore che, in alcuni time out, ha dovuto catechizzare nuovamente i suoi cestisti. “Abbiamo iniziato male la gara, senza intensità e poco concentrati (sotto di 8 all’8°) – spiega – Avevo chiesto ai ragazzi di partire forte per dare subito un segnale, non ci siamo riusciti. Dal secondo quarto abbiamo avuto la giusta mentalità che ci ha permesso di andare avanti nel punteggio e gestire abbastanza bene la sfida fino al 40°. E’ un frangente della stagione in cui abbiamo tante difficoltà ed i giocatori, in campo, ne risentono. Durante le sospensioni chiedo sempre loro di dare più del massimo, di sacrificarsi per sopperire all’emergenza persistente. Non mi accontento mai, voglio sempre il massimo da ognuno di loro, come provo a darlo io dalla panchina. Il risultato è importante alla fine per chi sta davanti, ma a me interessa il modo un cui si scende in campo e in cui si gioca e quindi cerco sempre di dare buoni consigli e di caricarli al punto giusto”. Motivarli, tenerli sulla corda per risalire la china in un’annata fortemente penalizzata dagli infortuni. Domenica Orsini è stato in tribuna, Bastoni è stato gettato nella mischia, ma solo per 5’. “Purtroppo sono ormai diventato una costante e – prosegue – questo non ci permette di lavorare da tempo in buone condizioni. Non per giustificare il nostro momento, ma quando non riesci a lavorare bene durante la settimana con il gruppo al completo, la domenica puoi trovare mille difficoltà, soprattutto quando sei costretto a schierare quintetti mai provati che possono avere difficoltà anche nell’eseguire bene uno schema. Quando vinci in queste condizioni è sempre importante e fa bene per il morale”. Dà quel pizzico di entusiasmo, di voglia in più che aiuta a proseguire il lavoro con lo stesso impegno, attenzione, abnegazione.