S.Giorgio a Cremano, al Centro Teatro Spazio in scena ” Tre sull’altalena” di Giorgio Lunari
Al Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano è in scena per due settimane (13 e 14, 20 e 21 dicembre) “Tre sull’altalena” di Giorgio Lunari, regia di Vincenzo Borrelli. Tre uomini si ritrovano in una stanza: il primo, un piccolo proprietario d’industria, sta aspettando nella camera di una pensione una donna per un incontro; il secondo, un militare, crede di trovarsi in un ufficio informatico; il terzo, uno scrittore, arriva per recuperare le stampe del suo libro, pensando di essere nell’ufficio della casa editrice. I tre uomini – giunti da altrettante porte differenti – non si conoscono. Il mistero si infittisce quando sembra che i tre non possano uscire se non dalla porta da cui sono entrati. Obbligati a passare una notte in quella stanza a causa dell’allarme antinquinamento che impedisce loro di lasciare il locale, cominceranno a interrogarsi su quanto sta accadendo e a dare delle risposte all’enigma che li coinvolge.
Questo lo spunto iniziale di Tre sull’altalena, successo internazionale costruito sul geniale testo di Luigi Lunari, tradotto in ventiquattro lingue e rappresentato in tutto il mondo.
In scena non ci sono altalene, né vengono mai menzionate. Probabilmente il titolo rimanda alla situazione di instabilità e di precario equilibrio che i tre personaggi si ritrovano a vivere. La scenografia onirica interamente bianca e nera con alcuni accennati elementi scenici riporta alla difficoltà di definire il luogo dove si trovano i Tre . Esistono solo due colori: il bianco e il nero. Vale lo stesso per i costumi dei protagonisti – nei quali si trova però anche un grigio intermedio.
L’equivoco o e il dilemma delle tre porte che conducono a diverse vie rappresenta soltanto lo spunto iniziale di un lungo e ininterrotto dialogo fra i tre personaggi – che li porta a toccare i grandi temi, i problemi e i misteri dell’umanità: l’importanza del caso nella vita e la sua inspiegabilità, i diversi punti di vista individuali che rendono differente uno stesso oggetto; ma soprattutto la paura della morte e la morte stessa; la religione – si interrogano sull’esistenza e sull’identità di Dio; il senso della vita. Citano Schopenhauer, Shakespeare, la Bibbia – e si scopre un inaspettato legame tra il testo sacro e alcune frivole canzonette da balera. Inventano brillanti aforismi quali «Dalla vita nessuno esce vivo». Ma è incredibile come affrontino tutti questi difficili e talvolta drammatici argomenti con allegria, ironia, brio e leggerezza.
La drammaturgia, così come la regia, è serrata, il ritmo incalzante e coinvolgente. In Tre sull’altalena c’è tutto: divertimento, riflessione, dialoghi geniali, colpi di scena, sorprese. Dario Fo parla di questo spettacolo come di «una macchina di fantastica fattura […] una delle invenzioni teatrali per le quali vale la pena di uscire la sera sobbarcarsi il rito della vestizione, prenotare il biglietto, prendere l’auto, trovare parcheggio, starsene seduti in una sala (piccola nel caso del Centro Tetro spazio) piena di gente». Ha pienamente ragione: meglio uscire dalla porta (di casa). (Vincenzo Borrelli)