Offerte dei fedeli investite in borsa, arrestato consulente finanziario

 Offerte dei fedeli investite in borsa, arrestato consulente finanziario

E’ stato arrestato dai carabinieri e dalla Guardia di finanza di Cosenza con l’accusa di avere attuato una truffa ai danni dei frati del Santuario di San Francesco di Paola utilizzando le offerte dei fedeli che gli erano state affidate, per un totale di quasi un milione e mezzo di euro, Un consulente finanziario, di 45 anni, per aver investito in Borsa e per disporre bonifici in favore di suoi parenti. Il 45enne è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Paola su richiesta della Procura della Repubblica. L’emissione del provvedimento restrittivo nei confronti del consulente finanziario era stata chiesta al gip Carmine De Rose dal Procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, e dal sostituto Linda Gambassi, che sono i due magistrati che hanno diretto l’inchiesta che ha portato all’ arresto del consulente finanziario. All’uomo vengono contestati di reati di truffa aggravata, falsità in scrittura privata aggravata in concorso, favoreggiamento reale aggravato in concorso ed esercizio abusivo della professione di promotore finanziario. Le indagini, condotte sin dall’agosto 2013 a seguito di una denuncia-querela presentata dall’Economo del Santuario di San Francesco di Paola, in relazione a consistenti ammanchi verificatisi sul Fondo patrimoniale strutturato tramite raccolta delle offerte elargite dai fedeli, hanno consentito di ricostruire, riferiscono i carabinieri, provate responsabilità da parte del 45enne al quale era affidata la gestione del Fondo. In particolare il consulente finanziario, violando le direttive improntate a prudenza impartitegli dai frati in merito alla gestione del denaro e senza alcuna autorizzazione da parte di questi ultimi, avrebbe messo in atto una sistematica e dissennata attività di trading online (compravendita di titoli azionari quotati in borsa) ad altissimo rischio, celando la vera natura e il rischio degli investimenti effettuati ai titolari del conto. Il consulente, inoltre, avrebbe messo in atto una molteplicità di bonifici in favore di persone, a lui legate anche da vincoli di parentela, che poi provvedevano a “girare” il denaro, direttamente o tramite l’interposizione di ulteriori conti correnti bancari e postali, allo stesso uomo finito in manette e che, per questa ragione, sono indagati per il reato di riciclaggio.

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